Quando la bonaccia infiora e il sole,
sorride calmo all’orizzonte,
vigila attenta la marina il
sussurrar mite dell’onde.
Vengono e vanno mormorando
improfumando l’aria d’alito salso,
sembra quasi che l’una dopo l’altra
salgano, per vedere meglio chi le spia.
S’avanza veloce la vedetta, mentre la
prua taglia e sciaborda l’acqua
ora che il cielo lesto si rabbuia,
sotto gli schiocchi della folgore.
Va un’onda, un’altra viene su più alta
ancora, bianca di collera e di spuma mentre
il vecchio peschereccio, par quasi affogare e
nel suo lento navigare scricchiola e
becheggia di rabbia e di paura.
Io sono il mare brontola la voce
e del mio moto l’onde sono
figlie superbe, bellissime creature
la cui vita dura un’attimo,
un canto, un gemito d’amore
che abbraccia, scuote e solleva.
Ora rientra la marina e salvo è
il peschereccio con il suo carico
prezioso. E’ pace, è tornata la bonaccia,
un grano di sole brilla sopra l’orizzonte,
è un refuso statico d’amore, sulle
tue labbra di salsedine marina.
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