venerdì 15 marzo 2013

Il museo degli organi meccanici Santa Cecilia


MASSA MARITTIMA, città maremmana situata in provincia di Grosseto, è detta la “Gemma del Medioevo,” per la bellezza dei suoi edifici romanici, gotici e rinascimentali. Visitare questo splendido borgo medievale significa provare suggestioni “antiche”, quelle degli abitanti di un libero Comune in cui convivevano e ancor oggi convivono in perfetta armonia le architetture del paese religioso e di quello laico.
Ci sono due ragioni fondamentali per visitare IL MUSEO degli organi meccanici antichi situato in Massa Marittima. La prima è la riscoperta dell’edificio ex sede della chiesa di San Pietro all’Orto (1197). Il recente restauro, che ha portato alla luce le bifore e monofore originali (in parte integre) e frammenti di affreschi attribuibili ad Ambrogio Lorenzetti, è riuscito a ricreare la mistica atmosfera della prima Chiesa di Massa Marittima, in cui “Il popolo Massetano comprò il 31 luglio 1225 la libertà dal Vescovo Alberto e servì ad uso di Cattedrale nella prima metà del secolo XIII”. (L.Petrocchi – Arte e storia di Massa Marittima 1900).
La seconda ragione è costituita dalla bellezza ed importanza degli strumenti esposti; un raro esemplare di organo portativo del 1686, due strumenti del Seicento Emiliano e dell’Italia centrale, un magnifico esempio d’arte organaria napoletana del ‘700; nonché altri di non minore bellezza ed importanza. Museo unico in Italia, vuole dimostrare l’eccellenza raggiunta dal nostro Paese in questa arte per la quale nei secoli scorsi fummo ammirati maestri in tutta Europa.
Nel Museo inoltre è documentata l’evoluzione tecnologica, stilistica e di gusto del pianoforte, simbolo eminente della civiltà musicale occidentale, con un clavicembalo dipinto del ‘600 italiano, un fortepiano italiano a coda di autore ignoto della fine del XVIII secolo, un fortepiano a coda “Daniel Dorr” (inizio sec. XIX), un altro di “I.Bösendorfer” (1840 circa), un pianoforte a coda “J.B.Streicher” (1860 circa) ed un pianoforte a coda “Blüthner” del 1904.

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