Ispirata da Jasmina, giovane Romnì che le autorità milanesi scacciarono brutalmente dal campo di via Triboniano nel mese di giugno 2007.
Tu che sei un essere umano come me,
fermati, non passare oltre, affrettando il passo
e girando la faccia per non vedere.
Guardami!
Guarda le mie sorelle, i miei fratelli,
guarda i nostri bambini!
Non lasciarti ingannare: è vero,
sono diversi dai tuoi bimbi
che se ridono sembrano violini,
violoncelli se piangono.
I nostri no, non ridono, non piangono,
sono sporchi, malati, hanno occhi tristi
fissi sul nulla come quelli dei vecchi.
Tu che vivi fuggendo - quasi sempre -
il dolore, fermati per un attimo e guardaci.
Guardaci: siamo uguali a te (quando la sofferenza
come un raggio di luce acuminato
ti colpisce - inattesa - al centro del cuore).
Guardaci, siamo carne e fame e sete
e sogni e sangue e pelle
come te, come la tua gente,
come i tuoi bambini.
(Impara ad ascoltare il silenzio dei violini,
l’agonia dei violoncelli).
Tu che sembri un essere umano come me,
fermati, non passare oltre, affrettando il passo
e girando la faccia condannandoci
a non esistere.
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