Tutto era in me, compreso
il mio destino e forse un
tumulto dentro, l'emozione
confusa fra le note che
salivano nell'aria una dopo
l'altra nella metamorfosi
di mozart, poi di Vivaldi,
nel teatro immerso del
silenzio stupito, rapito
nell'abbaglio melodioso
colmo di secoli distanti
ormai tra loro e gli eventi
ad essi collegati.
E mentre dal flauto
nascevano i colori
intonati nel loro solco
qualcuno dalla folla sotto
il palco, per un momento
o forse più scordava
chissà i propri affanni
sopra un cuscino di note
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