lunedì 22 aprile 2013

Un canto alla libertà ( Marco Bruni )


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Voglio cantare un inno alla libertà
per maledire tutta la violenza che nel  mondo
inquina logora e distrugge,  dissipa e divide
dentro un mare di sangue agonizzante,
generazioni intere di popoli innocenti.
Se potessi sprofondare sotto terra i tiranni e
quel potere che offusca e opprime le coscienze
e le trasforma in una macchina infernale
che spacca e macella, trita e frantuma,
ebbene,  io lo farei.
Non accetto e mi repelle la violenza intollerante,
non sopporto le rivendicazioni totalitariste
e le prese di parte volutamente opportuniste,
a danno del lavoratore che fatica e che produce
per poi gridare aiuto questo debito non si ricuce.
E in questo vento nel cui mulinare vorticano
e si scontrano parole tra le opposte parti la
ragione si perde nel teatrino della televisione
che ci mostra battibecchi inutili e faziosi
sotto la guida dell’abile e utile cronista.
Così tra un ghigno e un sorriso, fra
sguardi più freddi del piombo che uccide
si imprimono concetti subdoli come serpenti
dentro le povere e attonite menti che
inconsapevoli plaudono lo scempio che irride.
Ma resto me stesso, non scendo a patti e dentro
sento nascere nuova  forza nel cuore, una
tumultuosa passione che sale brucia e divampa;
il vento la porterà lontano,  perche non c’è maggiore
felicità, del canto puro di libertà.

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