Viterbo
Ora, tutto è pace
nella Città dei papi.
Il sole all’orizzonte
lentamente
trascolora. Sciamano
al nido l’api.
Le colline
s’incurvano dolcemente,
simili a onde del
vento nella sabbia.
Stormi d’uccelli
echeggiano e tutto
il cielo, si squarcia
d’amore senza rabbia
quasi fosse un sottile ed esile flutto.
O Viterbo, Città
d’oro e dolci fati,
la forza della pace che ti ammanta
annoda tutte le radici.
Le pietre,
che danno vita
alle tue forme, brillano più
d’ogni altra inerzia.
Qui
tutto vive e splende, appagando
nel mio cuore, ogni illusione
vana. Farfalle d’oro
le nostre
mani, volano ridenti
passando
da porta san Pietro
fino al
Palazzo dei Priori
con occhi
languidi,
d’innamorati. E per
le strade anche il vento
scivola silente quasi
non volesse
rompere l’incanto di
Viterbo
che s’è sciolta, nell’infinito
sorriso che la sazia.
Dal cielo una donna,
Santa Rosa,
chiama e dice :”
Signore, in
questa Città si vede
pace e
meraviglia nell’atto,
che procede
da un’anima che fin
quassù risplende”.
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