A Ugo Foscolo
E infin
che l’ tempo addita,
dopo la dolorosa
dipartita,
che già l’amor che in
te cantava,
ancor non smarrisce il
delicato lume e
dall’ardente speme, l’verso beato
s’innamora, dell’argentata lucida
sponda, astro
nascente d’illuminato
amplesso, tessuto col tuo spesso e
dotto intelletto.
Or, in tutta l’anima, scorre e
amor divampa, nella beltà
de versi; l’innamorar la mente
e l’cor d’altrui cortese,
su l’orme tue fiorite, fuggite
dalla vita al nulla
eterno,
a sparpagliar gigli e
dolce, che
i piacer diffondono
del Paradiso.
O dolce eterno lustro,
or tu sorridi
dove più lucente è il
lume d’amore
impenitente, c’adorna d’aureola
l’crine e l’tuo
passato e i tuoi lamenti,
avvolti talora in
niveo velo, a rimembrar
l’eterno ardito
aspetto; va dove ti mena l’core
mio diletto amore, ch’el tempo rugge e fugge e
van con lui le torme e la vita che si strugge.
Nessun commento:
Posta un commento