Le note del vecchio
pianoforte nascono
ogni volta che le tue
mani di velluto,
accarezzano i tasti
ingialliti dal tempo;
ma si allontanano
subito, muoiono
nell’aria, si
dissolvono nella eterea
dissolvenza del
consumato limbo
e crescono lievito
nel lievito
di un’alba prossima
alla luce
nuova, che già brilla dentro i
tuoi occhi e mi
trascina nel
mare dei tuoi sensi
vivi così
ritrovando tra
sorpresa e attesa
quel mirifico
vacillamento tra
stupore e forte
speranza.
Non c’è più l’esilio
triste
d’abbandono alla
morte,
ma il portento
d’amore e
il suo indicibile
tremore.
Nello smarrimento il
tempo
ritrova se stesso
risvegliando
il senso e la sua
causa.
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