La libertà
Voglio cantare un
inno alla libertà,
per maledire tutta la
violenza che nel mondo
inquina logora e
distrugge, dissipa e divide
dentro un mare di
sangue agonizzante,
generazioni intere di
popoli innocenti.
Se potessi
sprofondare sotto terra i tiranni e
quel potere che
offusca e opprime le coscienze
e le trasforma in una
macchina infernale
che spacca e macella,
trita e frantuma,
ebbene, io lo farei.
Non accetto e mi
repelle la violenza intollerante,
non sopporto le
rivendicazioni totalitariste
e le prese di parte
volutamente opportuniste,
a danno del
lavoratore che fatica e che produce
per poi gridare aiuto
questo debito non si ricuce.
E in questo vento nel
cui mulinare vorticano
e si scontrano parole
tra le opposte parti la
ragione si perde nel
teatrino della televisione
che ci mostra
battibecchi inutili e faziosi
sotto la guida
dell’abile e utile cronista.
Così tra un ghigno e
un sorriso, fra
sguardi più freddi
del piombo che uccide
si imprimono concetti
subdoli come serpenti
dentro le povere e
attonite menti che
inconsapevoli
plaudono lo scempio che irride.
Ma resto me stesso,
non scendo a patti e dentro
sento nascere nuova
una forza nel cuore, una
tumultuosa passione
che sale brucia e divampa;
il vento la porterà
lontano, perche non c’è maggiore
felicità, del canto
puro di libertà.
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