venerdì 15 febbraio 2013

Nel tricolore ( Marco Bruni )


Vedo nell’aria chiara
il diffondersi d’Italico loco
e ancora  parmi sentire dentro
l’udito e nella memoria,  gli
antichi dolori e le gesta eroiche
a colpi d’arma e di baionetta.
Sul colle più alto,  sventola
sopra un’asta,  un pezzo di
stoffa tricolore,  identità d’una
nazione l’andare e lo svolgere
la vittoriosa resistenza e nella
storia la giustizia fu coscienza.
E nel silenzio tutto sembra
prendere perfetta forma, la
voce è suadente, parlano
il mare, il cielo, la libera terra
e mi riconosco in mezzo a
tanti come me,  a chiedere perdono.
Italia nostra, Italia mia, che di
quel dolore ancora oggi porti
la piaga che stritola, le pareti
del processo, il prato verde
della fucilazione, il fosco treno
delle deportazioni e della morte.
Ed io che so dai libri, a quel pensiero
nella platea di oggi, ho come un
dolore che fitto mi preme
dentro e mi sconvolge  per il
soffrire che prova l’anima,  fra
disperazione vera  e sgomento.
Poi la terra mia lentamente è
affiorata dalla morte, superstite
bellissima,  avvolta d’amore
con tutta la stupenda gioia
di biancheggiare nella luce
di una avvenente alba di pace.
Grazie vecchia mamma di
nome Italia,  per l’amore donato
ai miei fratelli che mai potrò
conoscere e dire grazie; alzo
gli occhi e sul colle più alto,
vedo sventolare il tricolore.
 

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