martedì 19 febbraio 2013

Quando nasce il giorno ( Marco Bruni )


Nasce violento il nuovo giorno;
quasi una freccia fulmina le
strade bianche e ancora silenziose
dentro un cerchio di flebile chiarore
che si muove pigro lungo i muri
e striscia dietro le saracinesche
ancora abbassate e quiete.
E l’aria immota pare quasi un incubo,
una ferita che  ritorna con il ritmo
lento della ruota e non rimargina il
dolore,  rotto solo dal pigro miagolare
d’un gatto, anche lui sorpreso e
stralunato a cercare qualcosa fra i
cassonetti d’immondizia ancora pieni.
Poi scorre il vivere e il sentire,
ogni istante si riempe di rumori
e l’aria sembra quasi affogare tutta
lungo le impronte delle mie scarpe
fra inquietudini e riflessi e si propaga
il peso e la stanchezza si incornicia
fra il selciato e il marciapiede rotto.
Poi mi mescolo nella piazza fra volti
inorriditi che si volgono per non vedere
il tempo scivolare irreversibile dalle
loro sorti che diventano cortecce quasi
fosse logoro e sdegnato dell’essere tutto,
lasciando apparire un ruga,  nel sole che
abbaglia la tenebra,  nella notte che avanza.

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