E’ grande l’immensità
di questo dolore, del
lutto
senza fine,
immedicabile,
terrestre, fragile,
solitario, muto.
Tutto qui è alto,
puro e funebre.
Le piaghe che durano
nel tempo,
i castighi che
inflissero i rigori
di un Dio amatissimo
agli
uomini obliosi e
impuri del
limite imposto
all’ansia, del
loro desiderio
immortale
Sono deserti i nidi
nella loggia.
Ombre di farfalle, in questa
pace, vagano silenti.
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