martedì 21 maggio 2013

Giorgio Gaber testo





Deve esserci un accordo se ci sta a cuore la salvezza del paese. Salviamo 'sto paese? Eh? C'è bisogno di un'intesa vogliamo tutti insieme metterci a pensare seriamente alla ripresa? Eh? economica? Sì? Bisogna lavorare sul concreto bisogna rimboccarsi le maniche per incrementare la produzione eassicurare uno stabile benessere sociale a tutti coloro ai quali noi, per il momento abbiamo chiesto sacrifici vogliamo uscire a testa alta dalla crisi? Eh? Salviamo 'sto paese? Sì? Eliminiamo il disfattismo con della gente che in questa confusione sappia mettere un po' d'ordine, eh? Pubblico. Sì? Bisogna che lo stato sia più forte organizzando anche un corpo adeguato e, se necessario, addestrato, noncome proposta di violenza ma per quel nobile realismo la cui area si é allargata non puoi negare a certe zone di sinistra, eh? La buona volontà. Sì? In questo clima di distensione possiamo finalmente accordare la fiducia a tutte le forze, eh? Democratiche. Sì? Bisogna far proposte in positivo senza calcare la mano sulle possibili carenze. Lasciamo perdere il pessimismo, l'insofferenza generale dei giovani, i posti di lavoro,l'instabilità, la gente che non ne può più, la rabbia, la droga,l'incazzatura, lo spappolamento, il bisogno di sovvertire, il rifiuto,la disperazione... Cerchiamo di essere realisti. Non lasciamoci trarre in inganno... dalla realtà! Italia depressa ma bella d'aspetto è un bel paesotto che tenta di essere tutto con dentro tanti modelli che mischia, confonde, concilia riesce a non essere niente l'Italia negli anni sessanta fioriva la gente rideva e comprava la macchina nuova ma proprio in questi momenti si insinua uno strano rifiuto e si contesta lo Stato d'Italia bisogna ridare all'Italia la folle allegria del benessere sano di ieri senza disordini né guerriglieri. Salviamo 'sto paese salviamo 'sto paese per essere felici e spensierati come nel sessa… come nel sessa… come nel sessa… come nel sessantadue.

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