lunedì 27 febbraio 2012






L’infanzia rubata

Accogli questo mio bacio nell’azzurro
manto che ti ricopriva o dolce infanzia
e lascia ch’io ti dica che tutti furono un
sogno dentro al sogno quei miei giorni;
e tuttavia,  se le speranze racchiuse
dentro al sogno magico,  che stritolavano
il mio cuore e la mia mente,  in immagini
d’amore universale e battiti di pace,
volarono via in una notte o in un giorno
dentro pareti d’ansia e di calcestruzzo,
nello sbattere violento dell’infante
volto contro una realtà irta e aspra,
scomparendo in una visione e niente
altro che potessi toccare con le mani.
Sto nel fragore fuligginoso e acre
di un lido ormai preda di risacche,
stringo nel lume dei ricordi granelli
di sabbia d’oro,  pochi e immacolati
valori della mia fanciullezza,  che
ancora oggi bussa rumorosa alle
mie stanze sopraffatte dal quieto
spessore del riverbero familiare,
nel giocare della vita che muta
gli equilibri e mai finisce di
mostrare nello specchio del sole
ciò che vediamo e ciò che sembriamo
nell’aria densa di emozioni a
ricordarci che siamo stati bambini.





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