Il sole è ormai una
luce che si spenge
lentamente dietro
l’orizzonte silenzioso
e un altro giorno
troppo povero d’amore
si spenge e tace,
ovattato, colmo di pace,
intinto di fronde
dorate e miti con il
colore dei tuoi occhi che abbagliano,
sul’orlo dell’estate,
l’amore muto,
sconosciuto dentro le
puerili stanze,
d’una fanciullezza
smagrita nei
contorni e nel
riflesso triste e
disadorno, quasi dimentico dei
luoghi, del turbine
di rondini
eccitate nel richiamo
ancestrale
che lega e unisce in
un unico
amplesso di colori e
sensazioni
che sembrano danzare
sulla
terrazza della vita
che s’ illumina,
quasi repentina e
raggia nel
cristallo, il
sapore di un vino
astrale che nutre e
disseta il cuore.
O dolce richiamo,
s’inonda di
sofferenza il battito,
che d’un tratto,
preso quasi alla
sprovvista, avvampa
e trasale tra i rami
ondosi dei tuoi
venti impetuosi,
delle tue voglie
calde e sensuali baci,
su spiagge
deserte, dove l’eco
d’amore, subito
si disperde dentro
l’ora lucida e
spietata, nel soffio,
che rimena
nell’impeto le
oscillanti barche.
Così navigheremo a
vista fra onde
e venti impetuosi a
evitare scogli, a
tendere la prua
nell’opposta
direzione si che
l’uno e l’altro vento
non possano affondare
la profondità
del nostro amore di
neve e d’alabastro,
in mezzo a stoviglie
smosse che ora
s’accalcano e premono
con forza verso
l’orizzonte, cercando di sommuovere
le porte in cerca di
quella pace che
non sanno riconoscere
dentro al
mercato dell’anima
che li travolge.
Io e te amore , la
nostra barca il
nostro mare e la
piccola casa che
ci accoglie tra muri
d’argento e note
di pace: nello
scorrere del tempo il
mutamento che
delimita i contorni
e brucia l’essere
nella sua
solitaria
metamorfosi, ma non
scalfisce il mio
amore verso il tuo.
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